Quest’oggi parleremo delle agevolazioni fiscali previste per il 2023 per pagare meno tasse. Come ormai tutti quanti sappiamo, l’Italia ha un carico fiscale tra i più alti a livello europeo e su scala mondiale, per cui è utile vedere come poterlo ridurre legalmente.
Se vuoi saperne di più sull’argomento, non devi far altro che metterti comodo e dare un’occhiata ai prossimi paragrafi. Buona lettura!
Il carico fiscale
Il carico fiscale in Italia molto spesso scoraggia gli imprenditori, soprattutto i cosiddetti startupper, a partire con la propria attività imprenditoriale. Spesso vengono quindi utilizzati tantissimi stratagemmi non legali, come svolgere un’attività senza aprire la partita IVA, oppure evitando di emettere fattura.
Devi sapere che esiste un metodo assolutamente legale per ridurre il carico fiscale in Italia, tramite il quale è possibile pagare solo il 15% del reddito imponibile e addirittura in determinati casi, soprattutto per chi è in fase di avvio della propria attività, si arriva al 5% del reddito imponibile. In buona sostanza stiamo parlando del regime forfettario.
Requisiti regime forfettario
Andiamo a capire quali sono i requisiti per accedere al regime forfettario.
Il primo requisito è avere un fatturato annuo che non superi gli 85 mila euro, un valore discretamente importante e proprio per questo molto utile anche in fase di avvio di un’attività.
Il secondo requisito è che non ci deve essere un reddito da lavoro dipendente che vada a superare i 30 mila euro lordi annui. Quindi se non hai un reddito da lavoro dipendente puoi tranquillamente aprire partita IVA in regime forfettario. Se, invece, hai un reddito da lavoro dipendente, puoi comunque avere partita IVA in regime forfettario a patto che il tuo reddito non superi i 30.000 euro lordi annui. Per scoprirlo ti basterà prendere la tua certificazione unica, guardare il quadro 1 dove c’è il tuo reddito lordo e se quell’importo supera i 30.000 euro non puoi accedere al regime forfettario.
Il terzo requisito è non superare 20.000 euro di spese inerenti dipendenti o collaboratori, quindi non devi avere per i nostri dipendenti o collaboratori spese che vadano a superare i 20.000 euro annui.
Agevolazioni fiscali regime forfettario
Posto che ci siano questi tre requisiti, vediamo quali sono le agevolazioni fiscali regime forfettario e dove sta il vero risparmio.
Il risparmio sta nel fatto che il regime forfettario prevede che il reddito imponibile, quindi l’importo su cui si calcolano le tasse, sia dato dall’applicazione di un determinato coefficiente in percentuale sul fatturato. Ogni attività avrà un codice Ateco e a seconda di quest’ultimo, in regime forfettario si applicherà un determinato coefficiente di redditività che può andare dal 40% fino al 78%.
Per il nostro esempio ipotizziamo 50%. Se si vanno a fatturare 50 mila euro, il reddito imponibile quindi l’importo su cui si pagheranno le tasse sarà solo il 50% di quei 50 mila euro, quindi 25 mila euro. Su quell’importo si andrà ad applicare o un aliquota del 15% o una aliquota addirittura del 5% se si è nei primi cinque anni di svolgimento dell’attività. Questo aiuta moltissimo in termini di pianificazione e in termini di risparmio fiscale perché l’inizio di un’attività è sempre quello più critico in termini di flussi di cassa.
Tuttavia, bisogna sempre stare attenti ai piccoli dettagli per essere considerati dal fisco una nuova attività e quindi godere dell’aliquota al 5%. Una nuova attività, ovvero una partita IVA nascente con un nuovo codice Ateco, viene considerata come nuova attività solo se non hai svolto nei due anni precedenti la stessa attività inerente la tua partita IVA, né sotto forma di partita IVA, né sotto forma di lavoro dipendente.
Ad esempio, se sei un video maker che ha lavorato come dipendente in un’azienda e poi apri la tua partita IVA come videomaker, potrai accedere al regime forfettario ma con aliquota al 15%, perché stai svolgendo da lavoratore autonomo la stessa attività che svolgevi nei due anni precedenti da lavoratore dipendente.