Quest’oggi andremo a trattare un argomento che sicuramente potrà interessare molti di voi, ovvero come andare in pensione nel 2023.
Se anche tu non vedi l’ora di goderti il meritato riposo dopo tanti anni di duro lavoro imprenditoriale o da dipendente, non devi far altro che proseguire con la lettura dei prossimi paragrafi.
In questo periodo ci sono arrivate tantissime richieste da parte dei nostri clienti per capire le modalità per andare in pensione. Per questo motivo, qui di seguito andremo a trattare le principali domande e daremo loro una risposta.
Quando andare in pensione?
Posso ancora andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne?
La risposta è sì: si può andare in pensione fino al 31 dicembre del 2026 con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Di recente è stata eliminata l’eventualità che questo limite salisse a 43 anni con un decreto di recente emanazione e, molto probabilmente, a breve c’è la possibilità che questo questo requisito venga ridotto di almeno 1 anno, sia per gli uomini che per le donne, ma solo se hanno iniziato a lavorare subito dopo il compimento del diciottesimo anno d’età.
Quota 102
Se maturo il requisito di quota 102 (64 anni di età e 38 anni di contributi) posso comunque andare in pensione anche nel 2023 o successivamente?
Nonostante sia entrata in vigore quota 103, la risposta è sì. Se hai maturato almeno 64 anni di anzianità e 38 anni di contributi entro il 31 dicembre del 2022, potrai andare in pensione con quota 102 anche nel corso del 2023 e addirittura anche nel corso del 2024. Attenzione, perché naturalmente se svolgi anche un’attività di lavoro dipendente e sei andato in pensione con quota 102, potrai fare questa richiesta solamente al compimento del 67esimo anno di età. Questo cosa significa? Semplice, se decidi di smettere di lavorare puoi andare in pensione con 64 anni di anzianità e 38 anni di contributi anche nel 2023 e 2024. Tuttavia, se in affiancamento alla pensione vuoi svolgere un’altra attività di lavoro dipendente, dovrai attendere imprescindibilmente il compimento del 67esimo anno di età.
Attenzione: nel momento in cui decidi di andare in pensione con quota 102 nel 2023 o nel 2024, ci sarà una buona parte calcolata con il sistema retributivo e una parte calcolata col sistema contributivo. Questo comporta, fino al compimento del 67° anno di età se decidi di andare in pensione con quota 102, una riduzione dell’ importo contributivo all’incirca del 2,3%.
Quota 100
Con quota 100 se ho maturato 62 anni di età e 38 anni di contribuzione al 31 dicembre 2021 posso andare in pensione anche nel 2023?
La risposta è sì. Nel 2023, se hai raggiunto la quota prevista entro il 31 dicembre 2021 puoi comunque andare in pensione. Anche qui attenzione, perché nel momento in cui vai in pensione con quota 100 nel corso del 2023 subirai una riduzione sull’importo della pensione, perché viene considerata come pensione anticipata. Questa riduzione sarà presente per tutta la durata della pensione.
L’età per la pensione di vecchiaia
L’età per la pensione di vecchiaia resta a 67 anni oppure viene aumentata in virtù del miglioramento delle aspettative di vita?
La risposta è no, almeno fino al 31 dicembre del 2024, l’età da raggiungere per la cosiddetta pensione anagrafica rimane a 67 anni. Attenzione, perché oltre al raggiungimento dei 67 anni di età è necessario aver versato almeno 20 anni di contributi.
Sono un lavoratore che ha iniziato a lavorare a 18 anni, posso andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dalla mia età anagrafica?
Sì, ma a determinate condizioni. Le condizioni che devono sussistere (almeno una di esse) nel momento in cui presenti la domanda sono: essere un lavoratore in stato di disoccupazione, essere un cosiddetto caregiver, vale a dire una persona che per almeno sei mesi l’anno presta assistenza ad un familiare entro il primo grado con disabilità, avere un grado di disabilità che sia almeno del 74%, oppure essere un lavoratore che ha svolto le cosiddette attività usuranti per almeno 7 degli ultimi 10 anni della propria vita lavorativa.
Ape Sociale
L’Ape Sociale che prevede il pensionamento automatico al compimento del 63esimo anno di età dietro richiesta del contribuente è ancora prevista anche per il 2023?
Sì, è ancora prevista. L’Ape Sociale prevede la possibilità di andare in pensione al compimento del 63esimo anno di età, a patto che tu abbia versato almeno 20 anni di contributi.
Inoltre, devono essere soddisfatti almeno uno dei seguenti requisiti: avere 30 anni contributivi se sei un cosiddetto caregiver o se svolgi assistenza a persone che hanno disabilità, oppure se sei un lavoratore che è stato impiegato per almeno 10 degli ultimi 20 anni lavorativi nelle cosiddette attività che sono considerate gravose o comunque altamente logoranti per il lavoratore.
Le forme di prepensionamento
Lavoro in un’azienda in crisi, posso accedere ad alcune forme di prepensionamento? La risposta è sì: in questo caso esistono i contratti di espansione e l’isopensione.
L’isopensione riguarda quei lavoratori impiegati in attività che abbiano almeno 15 dipendenti. Nel caso in cui queste aziende siano in una comprovata situazione di crisi, quindi in procedure di fallimento o di amministrazione controllata, i dipendenti di queste aziende possono andare in pensione con quattro anni di anticipo rispetto ai requisiti per loro previsti. in questi quattro anni matureranno un importo della pensione che corrisponde al montante contributivo maturato fino a quel momento, ci sarà un versamento di contributi figurativi a carico dell’azienda e quando raggiungeranno quello che è il limite classico di legge prenderanno la loro pensione standard.
Ci sono poi i contratti di espansione, che valgono invece per aziende sempre in crisi comprovata che abbiano almeno 50 dipendenti. In questo caso il lavoratore potrebbe addirittura andare in pensione con 5 anni di anticipo, sempre con una pensione calcolata con il montante contributivo versato fino a quel momento, quindi con una riduzione rispetto alla pensione che avrebbe percepito se fosse andato in pensione al momento giusto. Passati i cinque anni, dove nel frattempo ci sono sempre i contributi figurativi a carico dell’azienda, si arriverà a quella che era la pensione standard.
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