Quest’oggi tratteremo un argomento molto interessante, andando a vedere nello specifico come passare da ditta individuale a SRL.
Se vuoi saperne di più sull’argomento, non devi far altro che metterti comodo e dare un’occhiata ai prossimi paragrafi. Buona lettura!
Partita IVA individuale
La nascita e la crescita di un imprenditore è un percorso che prevede diverse tappe. Ad ognuna di questa fa seguito una diversa forma giuridica.
Per l’imprenditore è conveniente partire con una partita IVA individuale nel regime forfettario. Quest’ultima è molto semplice da aprire (in due giorni), e a livello di documentazione è necessario solo un documento d’identità e la tua tessera sanitaria. In due giorni la partita IVA sarà aperta.
Il regime forfettario permette di pagare esclusivamente in percentuale rispetto a quello che si genera in termini di fatturato, sia dal punto di vista del carico IRPEF che dal punto di vista del carico contributivo, quindi dal punto di vista dell’INPS o comunque dei contributi in generale.
Si può rimanere nel regime forfettario fino a che il fatturato non va a superare i 65.000 euro annui e a patto che non sia presente un reddito da lavoro dipendente percepito che superi i 30.000 euro lordi. Inoltre, non si devono erogare spese per lavoro dipendente che superino i 20.000 euro lordi annui. Tutti questi requisiti devono essere presenti contemporaneamente per poter usufruire del regime forfettario.
In fase di partenza a livello fiscale è conveniente utilizzare il regime forfettario. Nel momento in cui si perde uno dei requisiti appena elencati, si passerà nel regime ordinario solamente nell’anno successivo.
Esempio
Se apro una partita IVA a gennaio 2023 in regime forfettario e nel corso del 2023 supero i requisiti, andrò nel regime ordinario solamente nel 2024. Quindi, nel 2023, potrò comunque calcolare le mie imposte e contributi con il regime forfettario, che è senza dubbio quello più conveniente.
Nel momento in cui si fuoriesce dal regime forfettario si ricade in una partita IVA individuale con regime ordinario. In questo caso, per il calcolo dell’IRPEF si utilizzano aliquote a scaglioni che partono dal 23% fino a salire a oltre il 40% del reddito. Come puoi ben capire, la partita IVA individuale in regime ordinario non è assolutamente conveniente.
Da ditta individuale a società di capitali
In questo momento arriva la prima svolta del tuo percorso di business. Dovrai andare a trasformare la tua partita IVA individuale, quindi passare da ditta individuale a società di capitali. Questo passaggio ti consentirà sia di risparmiare dal punto di vista fiscale, sia di proteggere il tuo patrimonio personale.
La protezione del patrimonio personale è permessa dalle società di capitali, perché hanno la cosiddetta autonomia di capitali. Questo significa che tutte le obbligazioni contratte con le società di capitali dispongono solo ed esclusivamente alle società di capitali con il loro patrimonio, per cui non viene toccato il patrimonio personale dell’imprenditore.
Avere la protezione del patrimonio è molto importante, perché inconsciamente un imprenditore che sa di avere il proprio patrimonio personale protetto è un imprenditore più sereno, che lavora meglio e maggiormente disposto agli investimenti che gli permetteranno di far crescere il suo fatturato e il suo business.
Il passaggio da partita IVA individuale alla società di capitali può avvenire in due modi. Il primo prevedere la chiusura della partita IVA individuale la riapertura di una nuova società che potrà essere un SRLS (società a responsabilità limitata semplificata) o una SRL (società a responsabilità limitata).
In alternativa si può procedere con la cosiddetta trasformazione tramite conferimento. Si prendano tutte le attività della partita IVA individuale, tutti gli attivi, passivi e la storia dal punto di vista bancario, fiscale, economico, finanziario e vengono trasportati all’interno della nuova società di capitali.
La seconda soluzione è quella che ti consiglio, perché innanzitutto si mantiene la stessa partita IVA, quindi nella quotidianità aziendale non cambia molto, perché dovrai semplicemente comunicare ai tuoi clienti il cambio della ragione sociale. Allo stesso tempo, non perderai tutta la storia precedente della tua attività, sia nell’ambito bancario, fiscale ed economico, ma anche nell’ambito di digitalizzazione del brand.
La trasformazione ha un costo leggermente più elevato rispetto alla chiusura e alla riapertura, ma è una procedura più semplice e poi ti permette di non interrompere mai l’attività, per cui potrai procedere senza alcun tipo di intoppo, cosa che invece non accade se devi chiudere la tua partita IVA e poi aprire una nuova società.
SRLS o SRL?
Nel momento in cui si va ad operare questa formazione si può scegliere se passare ad una SRLS o SRL. La differenza sta nel fatto che la SRLS può essere aperta anche con un capitale minimo, mentre nella SRL è necessario andare ad inserire un capitale deliberato di 10.000 euro e immediatamente versato, quindi con un’uscita immediata di liquidità di almeno 2.500 euro.
Anche in questo caso ti consiglio di procedere per gradi, per cui ti consiglio di iniziare dalla SRLS. In questo modo potrai ottenere tutti i vantaggi dal punto di vista organizzativo, di protezione del patrimonio e di ottimizzazione fiscale delle società di capitali. Allo stesso tempo non avrai un grosso esborso economico.
Successivamente, potrai decidere di effettuare un nuovo passaggio dalla SRLS alla SRL. Quest’ultima ti conferirà uno step in più a livello di immagine e di branding number.