Quest’oggi parliamo di cos’è una pianificazione finanziaria e di come sfruttare il controllo di gestione mensile anche come strumento di riduzione dei costi aziendali.
Sei molto curioso di scoprirne di più? Bene allora, prenditi cinque minuti di tempo libero, mettiti comodo e prosegui con la lettura dei prossimi paragrafi.
La pianificazione finanziaria
Tra le varie linee guida che un’azienda efficace ed efficiente deve seguire c’è la pianificazione finanziaria, che deve seguire un orizzonte temporale che va da un minimo di tre anni a un massimo di 5 anni. Tendenzialmente, il consiglio che ti dà Metodo Vics, salvo casi eccezionali, è di orientarsi su un orizzonte temporale di tre anni, questo perché arrivare fino a 4/5 anni rischia di creare delle incertezze sui risultati.
Soprattutto per le aziende neo costituite o da costituire è bene orientarsi su un orizzonte triennale.
Importanza pianificazione finanziaria
Adesso vediamo qual è l’importanza pianificazione finanziaria. La pianificazione finanziaria ci permette di sapere quanto e come dovremo andare ad investire nella nostra azienda nei successivi tre anni. Soprattutto, sapremo quanto quell’importo che andremo ad investire ci riporterà sotto forma di margine.
È molto importante sapere quanto e quando dovremo andare ad investire perché avremo la necessità di orientare il bilancio della nostra azienda. Mi spiego meglio.
Per far partire la nostra attività abbiamo la necessità di un fondo o di una dotazione finanziaria iniziale di 20 mila euro, che riusciamo a reperire tramite l’accesso al microcredito o dei nostri fondi che vogliamo investire nella nostra azienda. Allo scadere, ad esempio, dei primi 18 mesi dell’attività, abbiamo stabilito dalla nostra pianificazione finanziaria che è necessario andare ad inserire un ulteriore investimento di 20 mila euro.
In vista di questa richiesta di finanziamento è importante avere un bilancio, del primo anno della nostra azienda, improntato alla richiesta dei successivi 20 mila euro, sia se facciamo richiesta ad una banca che a un investitore esterno.
Per poter ottenere facilmente questo finanziamento è necessario avere un bilancio in utile, per cui non dovremo concentrarci nell’ottimizzazione fiscale tramite la riduzione degli utili, ma tramite lo sfruttamento dei crediti d’imposta. Se abbiamo già in programma di richiedere un ulteriore investimento, è bene che il nostro primo bilancio sia in utile, poiché in caso contrario potremmo avere delle difficoltà a convincere un qualsiasi terzo investitore e ottenere quei 20 mila euro necessari per lo sviluppo della nostra azienda.
Pianificazione finanziaria: impostare il bilancio
A seconda della finalità della nostra pianificazione finanziaria andremo ad impostare il bilancio d’esercizio nella maniera conseguente. Come? Applicando il controllo di gestione mensile.
Come abbiamo detto in precedenza, abbiamo la necessità di chiudere il nostro bilancio in utile, in modo tale da poter ottenere l’investimento che abbiamo già programmato. Per gestire al meglio il bilancio è necessario usare il controllo di gestione mensile. Tutti i mesi del primo anno di attività andremo ad intervenire, anche sotto l’aspetto economico, per far sì che alla fine dell’anno avremo il bilancio in utile.
Come facciamo ad avere il bilancio in utile? Orientandoci mensilmente con il controllo di gestione mensile di Metodo Vics, che riporta mensilmente i ricavi e i costi dell’azienda. Ogni mese, nel controllo di gestione, andremo a limare quelli che sono costi superflui o che possono essere ottimizzati. Non parliamo necessariamente di costi fiscali, che ovviamente andremo sempre ad ottimizzare a ridurre il più possibile nel rispetto della normativa, ma parliamo proprio dei costi di gestione dell’attività.
In questo modo il controllo di gestione mensile diventa uno strumento utile per la riduzione dei veri e propri costi di gestione dell’attività. Grazie all’elaborazione mensile, ci permette di tenere sotto controllo l’andamento aziendale e di andare a ridurre mese per mese i costi superflui dell’attività.
Grazie al controllo di gestione, avremo la possibilità di generare utile al termine del primo anno di attività e avremo più facilità nel rispettare la pianificazione finanziaria e ottenere quei 20 mila euro di cui avevamo già stabilito avere necessità al diciottesimo mese della nostra attività.
Nota integrativa nel bilancio: si o no?
Per le micro imprese c’è la possibilità di redigere il bilancio solo con stato patrimoniale e conto economico. Il primo riguarda la parte patrimoniale, mentre il secondo riguarda la parte economica. Si va quindi ad escludere la nota integrativa, che è sostanzialmente la descrizione dei numeri riportati in quei documenti.
Molti imprenditori, ma anche i consulenti, si fanno attrarre da questa semplificazione e quindi evitano di inserire la nota integrativa nel bilancio. Serve davvero? La risposta è molto semplice: si serve davvero, soprattutto se nella pianificazione finanziaria c’è la necessità di ottenere un reperimento di fondi.
Inserire la nota integrativa nel bilancio, dando un aspetto descrittivo del bilancio, diventa molto importante. Perché? In questo modo possiamo inserire anche i nostri progetti futuri e magari la redditività futura che pensiamo di avere, che abbiamo già elaborato con la pianificazione finanziaria iniziale.
Grazie alla nota integrativa, i cosiddetti stakeholder avranno più facilità a percepire il valore della nostra azienda. Oltre all’utile numerico, infatti, vedranno anche descritto il progetto e avranno quindi più facilità a fornirci i fondi di cui necessitiamo.
Ora che hai capito l’importanza della pianificazione finanziaria cosa stai aspettando? Contattaci subito per avere una nostra consulenza completamente gratuita.