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Cos'è il welfare aziendale

Staff Metodo Vics

Cos’è il welfare aziendale

Tabella dei Contenuti

Oggi vediamo cos’è il welfare aziendale, ovvero uno degli strumenti cardine per l’ottimizzazione fiscale che mette in atto Metodo Vics.

Welfare aziendale: cos’è?

Welfare aziendale cos'è

Prima di spiegarti come il welfare aziendale può essere usato come strumento per l’ottimizzazione fiscale, vediamo cos’è il welfare aziendale.

Molto probabilmente ne hai sentito parlare, sopratutto per le aziende di grandi dimensioni, le cosiddette multinazionali, dove i dipendenti hanno, ad esempio, la possibilità di utilizzare un asilo nido interno per i bambini, o una polizza sanitaria interna o addirittura una vera e propria palestra da sfruttare dopo l’orario di lavoro.

Il welfare aziendale consiste in una parte dello stipendio erogato all’amministratore, al socio o al dipendente che non viene conferito monetariamente in busta paga, ma viene conferito tramite pagamento di determinati servizi, come quelli di cui ti ho fatto l’esempio in precedenza.

Quello che voglio farti capire oggi è che puoi sfruttare questo strumento anche se sei un imprenditore di piccole e medie dimensioni. Inoltre, ti mostrerò come può essere utile sia per te amministratore/socio che per i tuoi dipendenti.

Welfare aziendale: come funziona

Welfare aziendale come funziona

Ho stuzzicato la tua curiosità, per cui ora vorresti capire nel dettaglio come funziona welfare aziendale, non è vero?

Non avevo dubbi che l’argomento sarebbe stato di tuo interesse, per cui ora ti faccio qualche esempio per farti capire il suo funzionamento.

Sicuramente avrai dei dipendenti o magari tu che sei amministratore o il socio di una azienda percepirai un compenso che viene inserito per intero in busta paga, ad esempio 3.000 euro, su cui la tua società va a versare trattenute IRPEF e contributi.

Cosa può accadere invece con il welfare aziendale? In questo caso, anziché uno stipendio erogato di 3.000 euro, verrà erogato uno stipendio in termini monetari di pagamento 2.000 euro, mentre con i 1.000 euro restanti la società pagherà all’amministratore, al socio o al dipendente, alcuni servizi, come la retta dell’asilo nido, la retta dell’università o la rata mensile della palestra, che in totale hanno un costo di 1.000 euro.

In questo modo il dipendente, socio o amministratore avrà percepito sempre lo stesso importo, perché prima dell’applicazione del welfare prendeva 3.000 euro e li metteva in tasca, mentre dopo l’applicazione del welfare mette in tasca 2.000 euro, ma non ha più una spesa mensile di 1.000 euro, che viene interamente coperta dalla società.

L’applicazione di questo strumento aiuta però l’azienda a risparmiare in termini economici. Perché? Ora te lo spiego subito.

Esempio

Senza l’applicazione del welfare azienda, la società andava a pagare al 16 del mese successivo i contributi e le trattenute IRPEF su tutti i 3.000 euro inseriti in busta paga. Il welfare aziendale e i benefit da welfare aziendale, invece, sono esenti da tasse e contributi, quindi la società dopo l’applicazione del welfare aziendale non andrà più a pagare i contributi su 3.000 euro, ma li pagherà solo su 2000 euro, ovvero sull’effettiva erogazione monetaria.

Considerando che il cosiddetto cuneo fiscale, quindi contributi e trattenute IRPEF che un’azienda paga, si aggira intorno al 45% dello stipendio erogato, questo significa che l’azienda con l’applicazione del welfare aziendale avrà risparmiato il 45% di 1.000 euro (450 euro ogni mese), ovvero più di 5.000 euro ogni anno che rimangono in pancia all’azienda.

Welfare aziendale: pro e contro

Welfare aziendale pro e contro

Come con tutte le cose anche nel welfare aziendale ci sono pro e contro. Infatti, il dipendente potrebbe obiettare contro questa scelta. Sebbene alla fine percepisca sempre lo stipendio per intero, andrà a maturare i contributi solo su 2.000 euro, anziché 3.000 euro.

Come risolvere questo problema? Non ti preoccupare, perché a noi di Metodo Vics piace sempre ipotizzare pro e contro, per cui abbiamo anche la risposta a questo “problema”.

Premesso che la differenza sulla pensione sarà al massimo di 30/35 euro al mese, andiamo a superare l’ottica della contrapposizione tra datore di lavoro e dipendente, cercando comunque di venire incontro al dipendente.

Come si potrebbe risolvere un eventuale obiezione di questo genere? Semplice, andando ad aumentare leggermente l’importo del welfare aziendale e quindi a dare un beneficio maggiore in termini monetari rispetto alla situazione precedente.

Facciamo un esempio numerico:

Come nella situazione precedente abbiamo uno stipendio di 3.000 euro e proponiamo al dipendente 2.000 euro di stipendio classico e 1.000 euro di welfare aziendale. Per superare l’obiezione del dipendente sui contributi, alziamo il welfare aziendale, ad esempio, a 1300 euro.

In questo modo il dipendente percepisce 3.300 euro, quindi la sua situazione è addirittura migliorata. Allo stesso tempo, però, la società continuerà a pagare i contributi solo su 2.000 euro. Nonostante l’azienda andrà a sborsare ulteriori 300 euro, avrà comunque un risparmio di 150 euro mensili (450 – 300 euro).

Welfare Aziendale con Metodo Vics

Probabilmente ora ti starai chiedendo come riuscirai a far capire al dipendente la bontà di questo strumento, non è vero?

Nessun problema, perché tra i vari servizi che pone in essere Metodo Vics, per coloro che decidono di lavorare e di affidarsi a noi, c’è anche la comprensione nei confronti dei dipendenti del welfare aziendale. Come? Tramite un appuntamento fisico o una video call alla presenza di tutti i dipendenti, o di un rappresentante di essi, dove noi di Metodo Vics andiamo a spiegare tutti i benefici che può portare anche al dipendente.

Spesso si utilizza questo strumento anche per andare a “cementare” l’unione tra datore di lavoro e dipendenti. Infatti, oltre che sullo stipendio fisso, è possibile usare il welfare aziendale come premio individuale, ad esempio come premio produttività.

Quindi cosa stai aspettando? Contattaci subito per avere una nostra consulenza completamente gratuita.

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