Partita Iva da dipendente, conviene aprirla?
Quest’articolo è rivolto a tutte quelle persone che hanno voglia di aprire una partita IVA pur essendo dei dipendenti, nonostante abbiano già un lavoro in quanto, visto il periodo storico incerto che stiamo vivendo, vogliono un’alternativa per arrotondare.
Inoltre, magari in un secondo momento e se funziona, la vogliono trasformare come prima attività visto che ormai il posto fisso risulta una chimera.
Dipendente pubblico o privato: Cosa cambia?
La prima cosa importante per la quale fare una distinzione riguarda il fatto se il tuo datore di lavoro è pubblico o privato.
Nel primo caso ti basterà fare una comunicazione al tuo datore di lavoro e poi potrai procedere con l’apertura della partita IVA.
Ma nel caso, che però è molto remoto, dovessi avere un esito negativo dovrai bloccare il tuo progetto.
Ci sono alcuni settori però per i quali c’è bisogno di aspettare in maniera specifica l’accettazione della richiesta prima di poter partire: Si tratta di quei lavori relativi all’ambito medico, della sicurezza o per esempio dell’Agenzia delle Entrate.

La stessa cosa vale per un lavoratore che è dipendente di un’azienda privata ma molto spesso in entrambi i casi si ha paura di subire quello che si chiama cumulo fiscale e che può far pensare di dover pagare un salasso.
Ma questa può avvenire solamente nel caso in cui si presentino due Cud diversi per due lavori da dipendenti diversi.
Ma come vedremo tra poco c’è una soluzione nel caso in cui il secondo lavoro, quindi quello non preponderante, riguarda un’attività con la partita IVA, ma intanto ti diciamo che se vuoi saperne di più o hai qualche dubbio relativamente alla partita Iva da dipendente richiedi subito una consulenza gratuita con noi di Metodo Vics.
Qual è la soluzione per aprire una seconda attività con partita IVA senza subire il cumulo fiscale?
La soluzione si chiama regime forfettario e permette di tenere separati il reddito da partita IVA da quello da lavoro dipendente ma chiaramente bisogna rispettare dei parametri.
Il parametro principale è che il reddito della partita IVA non deve superare €65000 Euro annui, mentre quello da dipendente dovrà arrivare a 30.000 Lordi all’anno.

Per quanto riguarda i contributi da pagare all’INPS basterà versare solo quelli da lavoratore dipendente, mentre non bisogna versare niente relativamente alla propria attività con partita IVA, ma solo a patto che l’attività da dipendente sia preponderante.
Poi nel caso in cui in un secondo momento si guadagni molto di più con l’attività autonoma a partita IVA, e quindi si decide di lasciare il lavoro dipendente, bisognerà versare i contributi come autonomo.
Ricevi gratuitamente libro Azienda Ideale
Partita Iva da dipendente: Il video
Se vuoi saperne di più riguardo a questo argomento, questo è il video di approfondimento direttamente dal nostro canale Youtube:
Iscriviti al nostro canale Youtube per non perderti nessuno dei nostri video.
Anche per oggi è tutto, al prossimo articolo.
METODO VICS
Domande frequenti
Deve semplicemente mandare una comunicazione al suo datore di lavoro.
L’ipotesi è remota, ma in questo caso bisogna bloccare l’attività con partita IVA.
Deve adottare come regime fiscale quello forfettario.
Chi adotta il regime forfettario non può superare per la sua attività da partita IVA €65000 euro ogni anno.