Hai deciso di lanciarti in un nuovo business e sei ancora indeciso su quale forma giuridica adottare in fase di start: partita IVA o collaborazione occasionale?
Non sai quale scegliere tra le due? Non ti preoccupare, nel corso dei prossimi paragrafi ti parlerò di entrambe le soluzioni e ti farò capire quale potrebbe essere la migliore per le tue esigenze.
Come far partire un business con Metodo Vics
Prima di tutto voglio parlarti di come far partire un business con Metodo Vics. Uno degli aspetti inseriti da Metodo Vics in aggiunta rispetto alla classica attività di commercialista è quello della valutazione dell’idea in fase di avvio. Per valutazione si intende capire se un’idea di business sia corretta o meglio se possa funzionare a livello di marginalità, di collocazione sul mercato e di settore geografico e produttivo di riferimento.
Successivamente c’è la fase di ideazione, quindi, la fase di correzione. In quest’ultima si prendendo alcuni accorgimenti che magari possono portare ad una vendita di un prodotto o di un servizio diverso rispetto a quello pensato inizialmente, ma che proprio per questo potrebbe diventare molto più redditizio sul mercato.
Quale forma giuridica scegliere
Adesso affrontiamo un aspetto che riguarda gli imprenditori in fase di start. Quale? Capire quale forma giuridica scegliere in fase di avvio di una nuova attività. Dopo aver valutato un’idea, non rimane che capire qual è la forma giuridica migliore o per meglio dire, qual è la tipologia fiscale migliore da scegliere.
In questi casi, la scelta quasi sempre ricade tra collaborazione occasionale o partita IVA individuale in regime forfettario.
Collaborazione occasionale o partita IVA individuale?
Immagino che ora tu non veda l’ora di capire quale forma giuridica scegliere, ovvero collaborazione occasionale o partita IVA individuale?
La collaborazione occasionale ha un limite fino a 5.000 euro e permette di ricevere gli introiti del proprio lavoro senza l’apertura di una partita IVA. Tuttavia, vi è l’applicazione di una ritenuta d’acconto pari al 20% sugli introiti che sarà l’azienda committente a versare.
Ognuno di noi può emettere una ricevuta per collaborazione occasionale per una attività prestata per conto di un azienda. Può farlo in qualsiasi momento a patto che rispetti il limite dei 5.000 euro. L’unico obbligo che deriva dal punto di vista fiscale da un’attività di collaborazione occasionale è quello di presentare la dichiarazione dei redditi a fine anno.
La partita IVA individuale in regime forfettario si apre molto velocemente, in soli due giorni lavorativi, ed è necessario solamente un documento d’identità e la tessera sanitaria del contribuente. Dal punto di vista della tassazione è prevista un’aliquota in termini percentuali che si suddivide tra tassazione sul reddito e contributi INPS. Nello specifico il carico fiscale di una partita in regime forfettario nella maggior parte dei casi è pari al 21,5% di quello che è il fatturato dell’azienda (partita IVA). Inoltre, ci sono comunque dei costi di gestione, per quanto ridotti,. Infatti, c’è la necessità di tenere la contabilità nel corso dell’anno e non solo della presentazione della dichiarazione dei redditi e del calcolo delle imposte.
Quale potrebbe essere la scelta migliore?
Sicuramente la collaborazione occasionale ha maggiore semplicità e immediatezza rispetto alla partita IVA individuale in regime forfettario. Dall’altra parte, la partita IVA ci dà un grandissimo vantaggio in termini di brand.
Ti faccio capire meglio cosa intendo con un esempio:
Ipotizziamo che tu abbia avuto l’idea del secolo o che comunque stia mettendo su un business. Dopo la valutazione sembra avere tutti gli strumenti per funzionare.
Decidi di proporlo a determinati clienti. Se ti presenti dicendo di non avere una partita IVA la prima domanda che ti farà il potenziale cliente è: come ti pago?
Se rispondi che farai una ricevuta di collaborazione occasionale dai un’immagine un po’ riduttiva della tua idea di business. Il potenziale cliente potrebbe pensare che si sta affidando ad una persona che non crede realmente in questo business, dato che non ha nemmeno aperto una partita IVA. La collaborazione occasionale viene vista dal cliente ideale come un qualcosa di momentaneo.
Diversamente nel momento in cui alla domanda rispondi che emetterai fattura, sicuramente il cliente avrà una percezione migliore, di un qualcosa di più strutturato, su cui tu stesso hai deciso di puntare.
Con una partita IVA o comunque con un’azienda dietro, sicuramente a livello di brand darai un’immagine migliore. Quindi possiamo dire che se si tratta di business sul quale vuoi puntare, il mio consiglio è quello di aprire una partita IVA in regime forfettario.
La collaborazione occasionale rimane un meccanismo valido da utilizzare per quelle attività saltuarie che magari si svolgono, appunto, in maniera occasionale.