Quest’oggi parliamo di come inquadrare l’attività di rider dal punto di vista fiscale e nello specifico come scegliere la partita IVA per rider.
Sicuramente l’attività del rider è una di quelle professionalità che si è sviluppata tantissimo negli ultimi tempi, per i motivi che tutti quanti ben conosciamo. Per questo motivo, è importante, come sempre quando ci sono figure professionali nuove, capire sin da subito quello che è l’inquadramento fiscale che deve essere dato a queste figure.
Collaborazione occasionale rider
Sicuramente all’attività di rider in fase di start potrebbe partire anche con la cosiddetta collaborazione occasionale. Cosa si intende per collaborazione occasionale? Fino ad un limite di 5 mila euro all’anno puoi ricevere gli introiti della tu attività di rider, dalle varie aziende che ti vanno a commissionare le varie consegne, senza l’apertura della partita IVA.
Ti basterà emettere una ricevuta di collaborazione occasionale, dalla quale verrà trattenuta dall’azienda committente il 20% dell’importo, che saranno le tasse che l’azienda committente verserà per tuo conto. Tra l’altro, qualora l’attività di rider con collaborazione occasionale fosse l’unica attività svolta nell’anno, quel 20% che è stato trattenuto lo potrai recuperare elaborando ed inviando la dichiarazione dei redditi.
Apertura partita IVA rider
Naturalmente un rider, come qualsiasi altra professionalità, sicuramente aspira ad un reddito che vada a superare i 5 mila euro annui, quindi è importante essere pronti già da subito e capire come procedere con l’apertura partita IVA rider.
Sicuramente la migliore soluzione dal punto di vista fiscale per l’attività di rider è rappresentata dal regime forfettario, che prevede il pagamento delle imposte in termini percentuali. Nello specifico prevede il pagamento di due tipologie di imposte, l’imposta sostitutiva sul reddito e i contributi INPS, entrambi in termini percentuali.
Nel momento in cui si apre una partita IVA come rider in regime forfettario, si andrà a pagare dal punto di vista dell’imposta sul reddito il 3,5% di quello che è il fatturato annuo e dal punto di vista dei contributi INPS il 18% di quello che è il fatturato anno. Si ha quindi un totale del carico fiscale pari al 21,5% del fatturato anno.
Questo significa che se dalla tua attività di rider dovessi ottenere 10 mila euro di fatturato in un anno, andrai a pagare 2.150 euro di imposte. Queste imposte vengono pagate a partire dal mese di luglio dell’anno successivo rispetto a quello di riferimento.
Per accedere al regime forfettario, però, bisogna rispettare tre requisiti: il fatturato deve essere inferiore a 65 mila euro, non si deve avere un reddito da lavoro dipendente derivante da altre attività che superi 30.000 euro annui e non si devono avere spese per propri dipendenti/collaboratori che superino i 20 mila euro annui. Questi requisiti devono essere tutti e tre sempre presenti contemporaneamente: basta il mancato rispetto di uno di questi tre requisiti per non poter accedere al regime forfettario.
Regime forfettario o partita IVA individuale?
Immagino che ora tu ti stia chiedendo se scegliere il regime forfettario o partita IVA individuale.
Il regime forfettario è molto conveniente per i rider perché questo tipo di attività presenta pochi costi. L’alternativa al regime forfettario sarebbe la cosiddetta partita IVA individuale in regime ordinario. Quest’ultima permette di scaricare i costi dell’attività, ma ha un’applicazione di aliquote molto più alte.
Nel caso dell’attività di rider ti renderai subito conto che i costi che dovrai affrontare sono davvero molto bassi (quindi poco da scaricare). Non ci sono costi di struttura iniziale, non ci sono costi di apertura e non c’è la necessità di presentare delle comunicazioni, ad esempio chiedere delle autorizzazioni che hanno dei costi di bolli di segreteria, come accade per molte altre attività. Il rider sostanzialmente può prendere il suo mezzo di trasporto, che può essere anche un mezzo di trasporto di proprietà, e partire con la propria attività, diciamo quasi a costo zero, al netto dei costi di manutenzione del mezzo di trasporto utilizzato.
Questo significa che non vi è la necessità di andare a dedurre i costi, per cui conviene partire tramite il regime forfettario. Ovviamente nel momento in cui la tua attività andrà ad esplodere e supererai i limiti per rimanere nel regime forfettario, ovvero di un fatturato annuo di 65 mila euro, dovrai andare a scegliere la forma giuridica migliore. In questo caso il mio consiglio è di scegliere una società di capitali (SRLS), ma questo è un concetto che man mano che si svolge l’attività poi si andrà ad analizzare nel tempo, ovviamente dietro consiglio di un consulente come Metodo Vics.